Il sistema di controllo sugli aiuti pubblici alle imprese è stato ridefinito dal nuovo decreto attuativo di Palazzo Chigi. La normativa prevede che i controlli scatteranno solo per contributi superiori al milione di euro o al 50% delle entrate, ricavi o valore della produzione. Questa soglia rappresenta un cambio significativo rispetto alle ipotesi iniziali, che prevedevano verifiche anche per aiuti molto più contenuti.
Nuovi criteri per i controlli
Il meccanismo di verifica sarà applicato cumulativamente ai contributi ricevuti a partire dal 1° gennaio scorso, senza effetti retroattivi. Tuttavia, alcune categorie di aiuti saranno escluse dal calcolo, tra cui:
- Corrispettivi per beni e servizi venduti alla Pubblica Amministrazione (PA);
- Risarcimenti e indennità;
- Crediti d’imposta e contributi destinati a una generalità di soggetti senza una specifica destinazione;
- Sostegni ricevuti da enti locali e realtà del Terzo settore.
I controlli riguarderanno esclusivamente i contributi erogati dallo Stato centrale, da enti pubblici non economici vigilati o da società a maggioranza pubblica non quotate.
Il meccanismo di verifica e le tempistiche
Le aziende e gli organismi destinatari di aiuti superiori alle soglie previste dovranno presentare una relazione dettagliata sull’utilizzo dei fondi alla Ragioneria Generale dello Stato. La prima scadenza fissata per l’invio di questa documentazione è il 30 aprile 2026.
Il monitoraggio avverrà attraverso un doppio canale:
- Lato erogatore: Stato, ministeri, enti nazionali e società controllate ma non quotate dovranno segnalare alla Ragioneria Generale le aziende beneficiarie dei contributi.
- Lato beneficiario: le imprese e gli enti riceventi dovranno trasmettere una relazione telematica sul corretto utilizzo delle risorse ricevute.
Le modalità di trasmissione saranno definite attraverso una specifica direttiva del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).
Obiettivi e conseguenze della nuova normativa
L’obiettivo dichiarato dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, è garantire un monitoraggio efficace delle risorse pubbliche. Le relazioni presentate dovranno attestare che i fondi sono stati utilizzati in conformità con le finalità previste e che hanno portato alla realizzazione dei progetti per cui sono stati concessi.
In caso di mancata certificazione dell’utilizzo corretto dei fondi o di omessa trasmissione della relazione, le conseguenze saranno severe: l’interruzione immediata dell’erogazione dell’aiuto e il blocco delle eventuali rate successive nel caso di contributi pluriennali.
Il nuovo sistema di controlli sugli aiuti pubblici introduce criteri più selettivi e un monitoraggio più strutturato per garantire trasparenza e corretto utilizzo delle risorse statali. La soglia minima di un milione di euro per l’attivazione delle verifiche rappresenta una semplificazione rispetto alle iniziali previsioni più stringenti, riducendo l’impatto burocratico per le PMI e le realtà del Terzo settore. Resta fondamentale, per le aziende coinvolte, adeguarsi alle nuove disposizioni e rispettare le scadenze per evitare la sospensione dei fondi ricevuti.