Green Deal Europeo: a che punto siamo con l’arrivo del pacchetto Omnibus?

All’esordio del modello di semplificazione del pacchetto Omnibus, secondo il report “Delivering the EU Green Deal: Progress towards target 2025” il percorso del Green Deal Europeo procede con luci e ombre. Su 154 obiettivi, solo 32 sono in fase di attuazione, mentre 64 necessitano di un’accelerazione per rispettare le scadenze. Al contrario, 15 obiettivi risultano fermi o addirittura in regressione, e per altri 43 mancano dati aggiornati.

Uno dei principali problemi è infatti rappresentato dal ritardo nell’adozione delle politiche necessarie per raggiungere gli obiettivi. Molti interventi sono infatti stati approvati solo di recente, rendendo i progressi più lenti del previsto.

Il Green Deal si intreccia inoltre con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030 e richiede un approccio basato su dati concreti, con un maggiore coordinamento tra governi, imprese e cittadini, con scelte politiche efficaci e monitoraggio costante dei progressi.

Gli ambiti d’intervento

  • Neutralità climatica: rispetto alle aspettative UE di riduzione delle emissioni nette del 55% entro il 2030, il traguardo è ancora lontanoSe infatti settori come trasporti, edilizia e industria stanno riducendo le loro emissioni, il target del 40% di riduzione per i settori regolati dall’Effort Sharing Regulation (in particolare l’agricoltura) è ancora distante.
  • Energia: sebbene l’UE abbia fatto passi avanti nelle rinnovabili, raggiungere il 42,5% di energia pulita entro il 2030 richiede investimenti più consistenti in idrogeno verde, reti elettriche e nuove tecnologie di accumulo. Sarà necessario che il Piano d’Azione per le Reti acceleri l’ammodernamento dell’infrastruttura elettrica, per evitare colli di bottiglia nella distribuzione dell’energia.
  • Economia circolare: ancora troppa burocrazia per i 37 obiettivi fissati dall’UE, di cui quasi la metà attende ancora un’effettiva attuazione legislativa. Se infatti i regolamenti su batterie al piombo-acido e nickel-cadmio sono stati introdotti, mancano ancora strumenti standardizzati per misurare i progressi sulle batterie in generale.
  • Mobilità: l’UE sta lavorando all’espansione delle infrastrutture per veicoli elettrici e idrogeno, ma per raggiungere il traguardo di 3 milioni di punti di ricarica entro il 2030, il tasso di installazione deve triplicare; mentre nel trasporto marittimo e aereo, l’uso di biocombustibili avanzati e carburanti rinnovabili è ancora limitato.
  • Agricoltura: nonostante la transizione ecologica in agricoltura stia avanzando, il 70% degli obiettivi richiede ancora un’accelerazione (riduzione dell’uso di pesticidi, aumento delle coltivazioni biologiche, taglio dello spreco alimentare). La Politica Agricola Comune (PAC) ha il potenziale per sostenere questa trasformazione, ma per ora le misure restano frammentate e poco incisive.
  • Biodiversità: l’UE ha adottato la Legge sul Ripristino della Natura per tutelare ecosistemi e specie in pericolo, ma i risultati concreti tardano ad arrivare. Pur essendoci gli strumenti per contrastare l’espansione della contaminazione del suolo e il declino delle foreste europee, servono finanziamenti più consistenti e una maggiore adozione da parte degli Stati membri.
  • Zero inquinamento: l’inquinamento atmosferico è in calo, con una riduzione significativa delle morti legate alla qualità dell’aria, tuttavia il rumore urbano, l’inquinamento idrico e l’accumulo di plastica nei mari si stanno riducendo al di sotto del 50% entro il 2030.

Il Green Deal Europeo è una sfida ambiziosa, ma per rispettare le scadenze serve un’accelerazione immediata, un maggiore coordinamento, investimenti più mirati e decisioni politiche più coraggiose. La transizione verde non è solo una necessità ambientale, ma anche un’opportunità economica per il futuro e la resilienza dell’Europa.

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